“La Donna dei Motori”, grande successo per l’evento del Ferrari Club Vedano al Lambro
Presenti da Claudia Peroni a Margherita Bandini
DA VEDANO AL LAMBRO – Si è tenuto Giovedì 7 Marzo l’incontro “La Donna dei Motori – Storie dai box”, organizzato dai membri del Scuderia Ferrari Club Vedano al Lambro. Un’occasione non soltanto per celebrare le donne con qualche ora d’anticipo rispetto alla giornata loro dedicata, ma anche per sentire dirette testimonianze di chi ha vissuto o sta tuttora vivendo la propria avventura nel Motorsport.
Sul palco sono saliti nomi celebri del nostro Paese, da Margherita Bandini (moglie del compianto pilota di Formula Uno, Lorenzo) a Mara Sangiorgio, inviata di SKY F1 Italia sui campi di gara. E ancora Rachele Somaschini, pilota rally al suo quinto anno d’attività, Silvia Colombo e la moglie del “Mago della Pioggia”, Daria Brambilla.
Il successo di pubblico è stato grande e non sono mancati aneddoti, sia tristi che divertenti, sul mondo sportivo delle quattro ruote e sulla figura della donna in quest’ultimo.
Le voci delle protagoniste
Ad aprire e condurre la serata Claudia Peroni, celebre giornalista ed inviata televisiva: «Questa sera, me compresa, sono presenti delle donne che hanno sconfinato in un Mondo di uomini, cosa non facile», ha esordito la firma di Mediaset. La quale ha subito voluto ricordare un episodio importante legato all’inizio della sua carriera:
«Ero al mio primo GP, a Kyalami. Senna era già dentro la vettura e come suo uso pregava sulla griglia. Da principiante bussai sul suo casco e gli chiesi di poterlo intervistare, conscia del “pericolo” che stavo correndo e dicendogli che ero alla mia prima esperienza. Da vero gentleman Ayrton scese e rispose in diretta alle domande. Oggi forse è più difficile, ma non ritengo che dipenda dai piloti, bensì dall’ambiente che li circonda».
Dopodiché la parola è passata a Margherita Bandini, madrina del Ferrari Club Vedano al Lambro. L’aneddoto da lei raccontato si lega ad un’avventura al di fuori dei circuiti, ma con protagonista due grandi Campioni:
«Enzo Ferrari aveva dato a mio marito ed a Surtees due auto nuove in prestito. Lorenzo però chiese a me di guidare la sua, dovendo parlare con John di lavoro lungo il tragitto. Quando fui finalmente alla guida mi piacque così tanto che cominciai ad accelerare per non farmi sorpassare da loro. I quali, d’un tratto, smisero di parlare e tentarono di riprendermi. Ma per una volta tanto volevo avere l’onore di stare davanti, proprio come fosse una gara, a due piloti di Formula Uno. Alla fine mi raggiunsero solo al casello. La rabbia di Lorenzo fu grandissima data la mia sconsideratezza, ma il mio godimento nel stare davanti a loro ancor di più!»
La parola è poi passata alla giovane Rachele “Kelly” Somaschini, la quale ha portato la sua consueta carica d’energia unita ad un grande messaggio:
«Io sono nata con la passione per i motori e sin da bambina preferivo le macchine alle bambole. Inoltre porto con me una malattia genetica che è la fibrosi cistica, la quale colpisce gli organi interni ed è molto difficile da gestire. A 18 anni ho corso qui a Monza con mio padre ed ho voluto che questo fosse il mio destino. Ora sono al quinto anno di attività nel Motorsport ed ho da poco concluso il Rally di Montecarlo. #CorrerePerUnRespiro è il mio modo per far conoscere la fibrosi cistica e portare un messaggio di speranza oltreché aiutare con donazioni la ricerca».
Rossella Amadesi è forse una presenza meno nota rispetto a chi è già stata citata, ma in sua rappresentanza sulle piste ogni weekend ci sono ben trecento persone, ovvero i “Leoni” della CEA. Di cui Amadesi è vice-presidente. Il suo racconto si lega al padre Ermete, fondatore dell’azienda:
«Era il 1967 e mio padre si inventò di tagliare una Maserati, facendola diventare un pick-up, per mettere tutto il materiale antincendio necessario. Ricordo anche quando, essendo io ancora giovane e dovendomi fare le ossa sul campo, mi chiese di portare il caffè a tutti i commissari di gara nelle corse di durata ad Imola, in quanto la notte era dura anche per loro. Inoltre il famoso termine “Leoni della CEA” nasce da una sua dichiarazione dopo l’incidente di Monza del 1978, che tutti i giornali ripresero».
Ha fatto poi seguito la testimonianza di Mara Sangiorgio, la quale ha rivelato la sua passione per i motori sin da quando era molto giovane:
«Posso ritenermi una privilegiata in mezzo alle donne qui presenti. Cominciai a 13 anni con una moto da cross acquistata da mio padre, ed oggi le quattro ruote sono il mio Mondo. Quello che ho notato nel Motorsport è che per me è meno maschilista di quanto pensassi, forse per il mio approccio da grande appassionata. Ho fatto della mia passione il mio lavoro ed il principale compito è fare da tramite tra i protagonisti del Motorsport ed il pubblico, io lo faccio sempre al massimo».
Antonella Mandelli è considerata da molti colleghi e appassionati la “Signora dei Rally”, con diversi titoli europei negli anni ’80 a bordo della Fiat 131 Abarth dalla tipica livrea Totip prima e della leggendaria Lancia 037 poi. Il suo ricordo si lega anche all’esperienza da inviata ed allo stretto rapporto con uno dei piloti italiani di Formula Uno:
«Credo di aver vissuto a 360 gradi le gare, sia da pilota che da inviata. In questo ruolo dovevo seguire anche i piloti di Formula Uno e nel complesso ho passato delle esperienze bellissime. Un grande amico per me è stato Michele Alboreto, che mi ha molto aiutata, ed in generale posso dire che l’ambiente del Motorsport è maschile, ma non maschilista. Ovunque sono andata ho inoltre sempre trovato aiuto anche dagli altri colleghi uomini».
Silvia Colombo raccoglie un’eredità pesante – in un certo senso – essendo la figlia di Ercole, il “Fotografo della Formula Uno”. Ma è anche moglie di Stefano Domenicali, attuale amministratore delegato di Lamborghini, conosciuto in Ferrari dove entrambi lavoravano:
«Divido la mia vita in tre epoche: la gioventù a pane e macchine, l’avventura nel Motorsport accanto a mio padre e naturalmente l’oggi. Da allora la passione si è trasformata e devo confessare che dopo Senna non ho avuto altri idoli. La giornata più brutta fu senza dubbio quel 1 Maggio 1994, dove ero presente come hostess di Minardi. Quel mattino incontrai Ayrton, che con la sua solita cordialità diede un passaggio a me ed a una mia amica sino ai box; sembrava una giornata come tante altre, ma non fu così.
La seconda epoca corrisponde all’ingresso in Ferrari nel 1996 sino al 2004, l’epoca d’oro con Schumacher. Fu un periodo molto impegnativo e nel team eravamo solo tre donne. Un aneddoto lo lego proprio a Michael, per la sua professionalità ed il carisma con cui coinvolgeva tutti. Una volta l’hospitality era lontana e dovemmo prendere uno scooter, ma a guidare fui io sotto pressione di Michael. Quanta emozione! Mio padre assistette alla scena con gli occhi sgranati, e Michael sapeva che mi sentivo in imbarazzo ma fece tutto ciò per aiutarmi a superare questa mia barriera.
La terza fase è quella da moglie di Stefano, ed è stata per me la più difficile. La sua posizione in Ferrari era la più scomoda, però la capacità di gestire la pressione che aveva addosso è stata fantastica».
Roberta Gremignani è l’attuale Manager Audi Sport Italia, ma prima di tutto ciò la sua avventura ebbe inizio da dietro una scrivania:
«Ai miei tempi avevo deciso di fare la giornalista e cominciai a fare gavetta presso una testata di Monza. Nel mentre seguivo diverse corse ed ebbi la fortuna che qualche mio articolo venne letto dai piani alti di Tuttosport, tra cui Gian Paolo Ormezzano. Cominciai ed ero l’unica donna nell’ambiente e per questo ero una “privilegiata” – in senso buono – grazie soprattutto alla galanteria».
Tiziana Borghi ricopre anche lei un importante ruolo quale Team Manager Kessel, un partner molto importante di Ferrari nelle corse a ruote coperte in tutto il Mondo:
«Con grande felicità posso dire che saremo alla 24 Ore di Le Mans con un Team di sole donne, supportati dalla FIA e da Michelle Mouton. Io sono nata come navigatrice nei rally e ne sono stata molto contenta, non l’ho mai vissuto come un mancato ruolo da pilota, anzi. Oggi il mio compito è sapere il regolamento e dai miei colleghi uomini ho imparato moltissimo, sin dai tempi della Lancia Jolly».
Daria Brambilla è la moglie di Vittorio, conosciuto all’estero anche come “Monza’s Gorilla”. O come noi italiani preferiamo, il “Mago della Pioggia” per la sua incredibile vittoria al GP austriaco del 1975, sotto un pesante nubifragio. Della sua vita all’interno delle corse la signora Brambilla ha voluto dedicare una breve ma intensa frase: «Ho trascorso gli anni più belli della mia vita al fianco di Vittorio. Non l’ho seguito molto in pista dovendo curare i figli, ma quando andavo ero contenta anche stando semplicemente ai box».
Hanno infine presenziato Beatrice e Daniela Russo, figlie di Giacomo “Jeki” Russo, talento prematuramente scomparso durante una corsa nei pressi di Caserta l’11 Ottobre 1967. A lui si lega anche la vita di Lorenzo Bandini, in quanto i due erano amici. Avrebbero dovuto incontrarsi subito dopo le rispettive gare per una cena «Ma nessuno fece ritorno dalle piste», ha voluto ricordare Margherita Bandini.
Le figlie lo hanno voluto ricordare così:
«Quando nostro padre morì eravamo molto piccole. Oggi, soprattutto grazie alla pagina Facebook lui dedicata, abbiamo conosciuto molte altre persone che gli volevano bene in ogni parte del Mondo. Avere tramite loro dei ricordi di nostro padre è sempre molto emozionante».
La serata si è conclusa con la consegna di una targa commemorativa dell’evento e gli immancabili fiori, oltre alle foto di rito con tutti i presenti.
Crediti Immagine Copertina: Scuderia Ferrari Club Vedano al Lambro
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